Dal 1° Febbraio è scattata la verifica sui conti correnti da parte del Fisco per sottoporre a controllo ed accertamento i conti correnti degli italiani. La manovra si inserisce a pieno titolo nella lotta all'evasione fiscale dei contribuenti, in applicazione del decreto legislativo n° 169/2012, il cosiddetto "Salva Italia" varato dal Governo Monti.
Verrà istituito il più grande database fiscale del Mondo (600 milioni di dati) dell'anagrafe tributaria con controlli immediati da parte dell'Agenzia delle Entrate relativi all'anno 2011. In base a tale decreto le Banche, le Poste nonché tutte le Agenzie finanziarie sono state obbligate ad inviare alla competente Agenzia delle Entrate i dati richiesti relativi ai propri correntisti al fine di mettere in condizione il Fisco di evidenziare irregolarità o omissioni da parte di coloro che non hanno rispettato le vigenti norme fiscali. Tale invio di informazioni sarà ripetuto periodicamente al fine di completare l'intera situazione degli anni successivi. Si prevede che si andrà a regime nel 2015 con il quadro completo dal 2011 al 2014. Tali database resteranno a disposizione del Fisco per 6 anni dopodiché verranno considerati decaduti.
Il "grande Fratello" passerà così al setaccio il saldo di inizio e fine anno di ogni conto corrente, i bonifici effettuati e ricevuti, gli acquisti effettuati con la carta di credito e perfino le ricariche telefoniche che in aggiunta ai dati già in possesso (case, barche, auto, intestazioni utenze) permetterà al Fisco di avere un quadro completo e più dettagliato del contribuente. In base all'elaborazione derivante da controlli incrociati, in caso di forti discordanze, sarà in condizione, come non mai, di scovare probabili evasori fiscali.
A quanto pare sembra che questa volta il Governo voglia fare le cose sul serio impegnandosi in una feroce lotta contro gli evasori, ben sapendo che dovrà scontrarsi con strutture e soggetti che opporranno una forte resistenza ed ogni mezzo per ostacolare la riuscita dell'operazione.
Non va inoltre dimenticato che un tale accertamento si scontra con la violazione della Privacy per cui si dovrà procedere con estrema cautela al fine di evitare ricorsi al Garante e alla Magistratura con conseguenti lungaggini nel recupero del reddito imponibile e del nero che in Italia ammontano a centinaia di miliardi all'anno.
Intanto è da evidenziare che i dati inviati dalle Banche e dagli altri soggetti finanziari sono stati trasmessi in maniera criptata al fine di evitare attacchi informatici.
Riusciranno i nostri eroi ad uscirne vincitori? Ai posteri l'ardua sentenza.
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